Storia |
L'edificio dove, secondo la tradizione, visse gli ultimi anni della sua vita Giovanni Boccaccio sorge quasi a metà della strada spaziosa che costituisce il perno del Borgo Antico di Certaldo e che prende appunto il nome di Via Boccaccio. Il padre di Giovanni, Boccaccio di Chellino, era, infatti, di Certaldo anche se si era presto trasferito a Firenze, dove con ogni probabilità era nato il suo primo figlio, illegittimo, proprio il grande scrittore. Certamente a Certaldo Giovanni Boccaccio morì nel 1375. L'edifico adesso presenta una severa facciata in cotto completamente priva di ornamentazioni, a parte una graziosa loggia che si apre al secondo piano e guarda sulla valle dell'Elsa fino alle torri di San Gimignano. La casa è completata da una torre piuttosto alta. Durante la seconda guerra mondiale il Borgo fu colpito da una bomba, destinata al ponte che si trova in basso e che causò la distruzione di alcune costruzioni e fra queste della Casa del Boccaccio, rovinata quasi completamente; rimase in piedi, infatti, solo la parete appoggiata all'edificio di destra, parete affrescata da un pittore dell'Ottocento: Pietro Benvenuti. La casa era stata lasciata in eredità da Giovanni al fratello Jacopo e nel corso dei secoli era stata trasmessa agli eredi e poi venduta, fino a quando una nobildonna fiorentina, Carlotta Lenzoni de'Medici amica di poeti e patronessa delle arti, avuta segnalazione che la nobile dimora versava in pessime condizioni, decise di riscattarla e di restaurarla. Ne fece sede di una piccola biblioteca dedicata al narratore e la donò al comune di Certaldo. Al piano terreno si apre una grande sala rettangolare, dove i visitatori trovano informazioni sulla vita, sulle opere e sull'epoca del grande narratore. Rimangono ancora alcuni arredi che furono donati dalla marchesa Carlotta nell'Ottocento. Si possono inoltre ammirare alcune scarpe femminili che furono rinvenute dopo le distruzioni della seconda guerra mondiale in un'intercapedine della parete. Sono molto graziose, con il tacco alto e il cuoio finemente lavorato; probabilmente risalgono al XIV secolo. Sempre al piano terreno si possono ammirare alcune belle edizioni illustrate del Decameron ed infine, in un'apposita sala, è a disposizione del visitatore un audiovisivo che illustra soprattutto il Decameron. |
Patrimonio documentale e altro |
La Biblioteca raccoglie migliaia di volumi su e di Boccaccio. Particolarmente interessante è il fondo dedicato alle traduzioni straniere che costituisce il nucleo fondamentale della collezione. Ci sono traduzioni in quasi tutte le lingue del mondo, non escluse quelle di paesi lontani dal nostro e molto diversi per cultura; si dimostra così che la narrativa del Boccaccio ha assunto, nei secoli, un valore veramente universale. Accanto alle edizioni straniere se ne trovano poi anche di rare, illustrate per esempio da grandi pittori contemporanei come Chagal e Dalì o edizioni antiche, come cinquecentine, seicentine e settecentine, molto preziose e belle. In fine, sempre al piano superiore, si trova la stanza dell'affresco, ornata da una grande pittura su muro di Pietro Benvenuti. L'opera rappresenta Boccaccio nella loggia, davanti al suo scrittoio e fu commissionata dalla Marchesa Lenzoni de'Medici al momento della ristrutturazione ottocentesca. All'epoca il Benvenuti, pittore accademico, godeva di molta fama ed era il direttore dell'Accademia di Belle Arti di Firenze. |